Salvatore Marchesi Frate che legge 1895 -1900

Salvatore Marchesi  ( 1852 – 1926)
Frate che legge,  olio su tela

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Salvatore Marchesi nacque a Parma nel 1852, nipote del noto pittore Luigi Marchesi ebbe la fortuna di crescere in un ambiente legato alle professioni artistiche e in rapporto con i pittori parmensi operanti in quegli anni. Indirizzato agli studi artistici, ne conseguì un lungo e importante  percorso professionale improntato anche alla carriera di insegnante che svolse parallelamente a quella artistica e  che gli diede l’opportunità di uscire dalla sua città natale per trasferirsi a Roma, Brescia ed infine a Palermo dove visse per ben trentasei anni. Periodo centrale che segna il raggiungimento più alto della maturità artistica. Ritornò definitivamente a Parma nel 1922
L’opera si lega, come tematica, ad una serie di lavori, nei quali il Marchesi sceglie l’interno di una sagrestia o di un ambiente conventuale come pretesto per ritrarre sacerdoti, sacrestani o frati impegnati in occupazioni semplici e talvolta private. Abbandonata definitivamente la pittura di paesaggio, le opere di questi anni raffigurano esclusivamente interni di chiese e sagrestie in cui si riconoscono antiche navate, volte affrescate, intarsi di cori,  mobili e non solo; il pittore si costruisce un repertorio di suppellettili liturgiche, candelieri, turiboli, bracieri, osservati quasi con l’occhio esperto e appassionato di un antiquario. La pittura di Marchesi, è poi sorprendentemente capace di ricreare gli effetti della luce che penetra delicata o con taglienti lame di sole nelle chiese e nelle sagrestie. Un indiscutibile qualità, di una materia pittorica preziosa e variata nel tocco, completa il miracolo di rendere credibili questi spazi, per i quali il pittore cerca punti di vista sempre nuovi e mai convenzionali.
Questo scorcio di coro è  impregnato di  quella soave atmosfera, che con le calde tonalità dei suoi colori e la ricchezza degli intagli lignei, costituiva per lui una delle principali fonti di ispirazione. La tela,  conferma l’assoluta capacità prospettica di Marchesi, ineccepibile nel costruire lo spazio, con la panca che si staglia in primo piano e si allunga fino alla figura del domenicano, seduto avvolto nel saio che rimane assorto in  lettura. Altra nota che si evidenzia nella tela, è la capacità dell’artista di ricreare gli effetti della luce, che qui penetra delicatamente nella stanza e scivola sulle superfici consunte e polverose dei mobili.
Firmato in basso a sinistra  S. Marchesi.

Dimensioni tela  cm. 84 x 68

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